Uno dei (retro, ma mica tanto) giochi che mi son più piaciuti in assoluto è sicuramente Call of Cthulhu:DCotE sia per l’atmosfera, sia per il gameplay che mi è sembrato molto vario, sia per le bestemmie che può generare.
La generazione di tali bestemmioni è da imputare a due elementi principalmente: certi passaggi molto difficoltosi e alcuni bug che impediranno il corretto svolgersi del gioco fino a risultare impossibile l’avanzamento.
La passione per svilupparlo trasuda da ogni scena del gioco, ok, forse non c’è stata la stessa passione durante il debug, ma veramente ogni scena, ogni location è decisamente ben sviluppata e caratterizzata così come i personaggi che si incontreranno.
La trama del gioco è un mix tra i vari racconti di Lovecraft in cui si mostrano alcune delle creature da lui immaginate nonché gli ambienti e location (Innsmouth…), mentre il gameplay è molto vario offrendo dallo stealth, al combattimento con armi fino alla risoluzione di vari puzzle.
Durante il gioco si dovrà fare i conti con l’instabilità psichica del personaggio impersonato che, durante la visione di orrori/gore o semplicemente in attimi di azione concitata, perderà lucidità e dovrà spararsi in vena del calmante.
H.P. Lovecraft sarebbe sicuramente felice dello sviluppo di alcuni giochi che ripercorrono i suoi racconti, infatti c’è anche il vecchissimo (che devo ancora provare)
Call Of Cthulhu – Prisoner Of Ice
Ma sarà per la prossima volta…
Ah, il gioco è presente su Steam http://store.steampowered.com/app/22340