Il caro Tim Schafer, che ci deliziò in passato con titoloni di tutto rispetto e che non nominerò perché spero bene si sappiano a menadito, dopo una bella kickstartata ci ha lasciato quest’avventura grafica.
Broken Age, preso da papà Gaben su Steam a pochi spicci, offre un interessante stile grafico di buon impatto visivo per un’avventura secondo me fatta bene e dagli enigmi molto variegati.
Ok, non si discosterà molto dal classico gameplay del punta e clicca, ma il tutto è servito bene senza nessuna frustrazione. Il gioco non risulta difficilissimo o particolarmente complicato, alcuni enigmi magari di primo acchito possono risultare “difficili”, ma non c’è nulla di tremendamente frustrante.
Insomma, si gioca bene, ma forse non solleticherà troppo il palato di chi vuole assaporare spine e sentirsele piantare in bocca. L’hardcore gamers di Monkey Island potrà storcere un po’ il naso, almeno finché non arriverà all’alb… (no spoiler).
La storia è interessante e piena di piccoli colpi di scena, una storia che oserei definire delicata e scanzonata, anche se nasconde un bel lato oscuro, magari un po’ celato (no spoiler, again) oltre a quello visibile.
Tanti dialoghi tutti doppiati, personaggi simpatici…. oh, io non riesco a trovarci un difetto quindi andate a rompere le palle da un’altra parte!
Menzione d’onore per gli hexipal. Dannati e amati robotini servizievoli.
In conclusione? Da provare e finire!