Erano già le 4 del pomeriggio

Erano già le 4 del pomeriggio, ma ero ancora titubante all’idea di andarci.
Avevo già telefonato e preso appuntamento, come si fa dal dentista o dal parrucchiere, ma il brutto tempo, un mix tra neve e pioggia gelida, rendeva dubbioso il mio viaggio o forse semplicemente cercavo un pretesto per starmene a casa.

In un impeto di decisione capii cosa dovevo fare.
Ci misi poco: dopo mezzora ero già sotto il suo appartamento, suonai al citofono indicato e il cancello dell’androne si aprì.
“Seconda porta dopo le scale del terzo piano”, ricordai.
Aprì la porta appena giunsi nelle sue vicinanze “Ciao, accomodati…“.
Lei era Daniela, probabilmente il suo era un nome falso, un nome da vetrina e il suo accento tradiva una provenienza balcanica anche se pareva sapere bene l’italiano.
Una volta entrato mi diede molto cortesemente precise istruzioni e dopo qualche minuto eravamo lì, nudi come vermi, in un grande letto bianco
in quella stanza calda mentre fuori infuriava la neve.

Cosa preferisci?
La sua pelle bianca e perfetta, gli occhi freddi, ma accoglienti, le gambe di cui sentivo il calore e il seno piccolo, ma provocante erano lì, davanti a me.
Al mio secondo di silenzio seguì un’altra sua domanda, per facilitare le cose “Preliminari?“.
Dunque pensai a come procedere, il dubbio era se fosse meglio venire dopo qualche secondo mentre mi masturbava o qualche secondo dopo averla penetrata.
La mente calcolatrice suggeriva che il win più ovvio fosse inserire l’asta del mio pene all’interno della sua vagina, facendomi spazio tra le sue piccole labbra, ma il cuore voleva un servizio completo suggerendo di resistere il più possibile dirottando il pensiero verso cadaveri in decomposizione di gente morta di stenti.
Avevo quasi preso una decisione quando il mio sguardo, mentre indugiava su Daniela e il resto della stanza, cadde su due libri disposti a ventaglio sul comodino di destra, forse a fare bella figura.
Ci misi forse qualche millesimo a capire di cosa si trattava.
Uno era un libro intitolato “Pier Luigi Ighina, La scoperta dell’atomo magnetico” e l’altro era ” Il Segreto più Nascosto” di David Icke.


Ok, ti faccio una sega” affermò Daniela, sempre usando il suo accento straniero, ma ormai la mia libido era scomparsa, scomparsa con Ighina e Icke.
Lei lo prese in mano cercando invano di provocarmi un’erezione, ma era come fare forza su un vecchio calzino.
Vuoi fare altro?“, lei pensava che appoggiando il mio pene moscio al suo accessorio mi sarei ringalluzzito, ma la fermai.


Lascia stare.


Non era perplessa, anzi sembra aver già avuto a che fare con clienti “difficili”, ma quando pronunciai le parole “Stai cercando di togliermi i poteri?
lei rimase veramente stranita, assunse l’espressione di chi magari ha capito male qualcosa, allora dissi ancora “Stai cercando di togliermi i poteri?”.
Mollò la presa e portò le mani sulle sue ginocchia.

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