[Fuori dal basement] Là, sul Conero

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Salito sul monte Conero per lasciare uno stronzone caldo in segreta intimità vidi un cespuglio bruciare.
M’avvicinai per spegnerlo, ma pareva troppo per me così urlai, reduce dalla visione di un film di Pieraccioni -il ciclone-, “Al foho! Al foho! Maremma buhaiola! Al foho!”.
Mi stavo per allarmare ancora di più quando una tranquilla voce lontana e vicina allo stesso tempo invitò a quietarmi.

“Fulvio, calma il tuo spirito e il tuo ardore, se giunto fino a qui, non scappare!”
Mi girai verso il cespuglio e questi continuava a bruciare senza consumarsi.
“Ohibò” pensai, “la foglia brucia, ma non si consuma, deve essere opere dello dimonio e io che ci volevo cacare uno stronzone fumante…”.
La voce continuò “Fulvio, come tu vedi il cespuglio non brucia perché grandi sono i miei poteri, grande è la mia conoscenza e grande è la mia misericordia…”
Così timidamente domandai “se tu lo Signore di cui tanti scrivono? Colui che disse ad Abramo ‘tajate la barba’? Colui che comandò a Noè ‘famme no yatch’? Colui che grande è la sua ira, ma ancor più grande è la sua bontà?”
La voce rispose “Che cazzo dici Fulvio? Dillo che non sei venuto qui a defecare, ma a scrocchiarti il cazzo, dillo, ammetti le tue colpe io sarò grande e io sarò giusto e misericordioso!”
Così lo ammisi “sì, qui venni a scrocchiar il cazzo, ma poi fui sopraffatto dallo stimolo della defecazione, lo giuro…”
La voce allora si fece più serena e disponibile “La tua wizardria ancora allo suo apice non è, io ti dono queste tabole periodiche con i comandimenti del wizardo perfetto, portale al tuo popolo, portale a J4S e non scrocchiarti più il cazzo!”.
Così discesi dal monte Conero, svicolai le vagine in spiaggia e ritornato in hotel posi le tabole in valigia.
Ma durante il trasporto si frantumarono e quindi sticazzi.

Ah, quante fihe da quelle parti… e quanto FEEL. That feel.

Ma continuiamo…
Cacai in hotel, uno stronzone a tubo che sembrava non finire mai, si avvolse in se stesso come se fosse un serpente con le sue spire e poi con una tirata di sciacquone scomparve per sempre, lì, tra le acque nere di quel del Conero…
Fuori le campane rintoccarono le 19 dall’antico campanile, la piazza festante, i giovani sulla terrazza vista mare, una nave lontana e ignara percorreva la sua rotta…
Un puzzo forte e acre si espanse in tutta la camera, aprii i balconi e il sole mi baciò la fronte.
Ero stato fortunato.
Sentii qualcuno trafficare con la serratura della porta…
Ma questa è un’altra storia… fuori dal basement.

 

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